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Il viaggio della vita

“La famiglia cara, la famiglia è tutto” diceva mia nonna mentre cuciva con le sue sapienti mani i pantaloni di mio nonno.

Ricordo ancora di quando ero piccola e di come mi piacesse andare dai nonni.

Ci andavo perché i miei genitori lavoravano molto e non potevano starmi dietro.

Mi piaceva giocare nel loro grande giardino fatto di orti, fiori, galline, pulcini e cani. Ero la più grande di tutti i nipoti che sono arrivati molti anni dopo di me e nelle giornate di brutto tempo passavo le ore nella vecchia cucina a legna di mia nonna, tra un compito di scuola e qualche spuntino aspettavamo assieme le lunghe visite di amici e parenti.

Quando arrivavano tutti questi adulti a trovare la nonna, ero sempre lusingata dalle attenzioni che mi davano, ma erano visite che io percepivo come infinite, perché terminavano sempre con lunghe chiacchierate tra adulti, che io osservavo, ascoltavo, capendone poco ma cercando di intuire le emozioni e ciò che si volevano dire.

Forse è stato già da qui che è nato il mio interesse per le relazioni, per capire l’adulto: è come se mi fossi allenata fin da piccola a intuire, mettermi nei panni dell’altro per comprendere le situazioni.

Infatti già a quindici anni sapevo che volevo fare una scuola improntata sul sociale-umanistico iscrivendomi così al liceo delle scienze sociali in un paesino vicino a dove son cresciuta.

Le materie che preferivo erano proprio filosofia, scienze umane e scienze sociali e fu così per me una conseguenza naturale iscrivermi all’università di psicologia di Trieste. La voglia di viaggiare ed esplorare posti nuovi era immensa a quella età: del resto è proprio a vent’anni che siamo chiamati a scoprire il mondo.

Una volta laureata in Psicologia, presi la decisone di fare un esperienza di sei mesi all’estero: un tirocinio professionalizzante prima dell’esame di stato, in Cile.

Un’esperienza umana indelebile sia per quello che ho potuto imparare nella pratica clinica, sia per quello che mi hanno insegnato le persone incontrate in questo prezioso cammino, ma soprattutto per il nutrimento che la natura cilena ha dato al mio spirito.

Quando penso a quei mesi trascorsi nella meravigliosa natura di deserti e montagne cilene, sento un fuoco accendersi nel mio cuore.

L’amore per il mio paese e per la mia famiglia però mi riporta in Italia.

Una volta superato l’esame di stato, capisco di essere certa di volere fare la psicologa perché avevo bisogno di un lavoro che non fosse mai noioso, di un lavoro che mi facesse sentire utile per qualcuno e che a lungo termine potesse in qualche modo migliorare un pezzettino di mondo.

Ma capisco ben presto che per lavorare con i problemi gravi delle persone, non è sufficiente la mia esperienza di vita né tanto meno i cinque anni di psicologia, quindi decido di lavorare in libera professione ma continuando a formarmi al Centro Padovano di Terapia della Famiglia. Questa scuola è durata quattro intensi anni, fatti di osservazione diretta del lavoro di grandi maestri, di casi difficili, di messa in gioco delle mie emozioni e di quelle delle mie compagne di classe e di viaggio.

Esistono molte scuole di psicoterapia, io ho scelto quella sistemico familiare perché mi aiuta a capire le persone nella loro cornice e sistema familiare, perché fin da piccola ho capito che nessun uomo è un’isola, che sicuramente viene influenzato dall’ambiente esterno e l’ambiente esterno primario è la famiglia.

In tutto questo percorso di vita c’è sempre stata una costante: le montagne.

Fin da quando sono piccola infatti, nonostante i miei genitori lavorassero molto, non sono mai mancati i fine settimana in montagna, la dedizione per lo ski, le settimane per imparare a sciare. Questa passione per la montagna l’ho coltivata fino all’età adulta ed è stato proprio grazie a questa che ho conosciuto in una domenica di inverno la persona di cui mi sono innamorata e per la quale mi sono trasferita in Val Gardena, dove attualmente ho la fortuna di vivere circondata da un paradiso naturale.

Scegliendo di trasferirmi qui ho voluto portare quello che sapevo fare bene in Veneto, che poi è la mia che passione, ossia la psicologia. Ho deciso di ricominciare da capo, lasciando a malincuore i pazienti veneti e aprendo uno studio presso il centro di primo soccorso di Santa Cristina.

Ad aggi aiuto molte persone anche qui in valle, nonostante non sia stato facile ricominciare, non c’è ricompensa migliore di veder entrare nel mio studio una persona che sta soffrendo e vederla uscire sollevata capita e a nel corso del tempo anche risolta. È una grande responsabilità avere la fiducia di chi mi chiede aiuto e anche un onore. Nonostante la complessità a volte dei casi questo lavoro regala soddisfazioni che valgono più di qualsiasi compenso economico e che non mi stancherò mai di ricevere.

Il viaggio della vita porta ogni giorno verso nuovi orizzonti e il viaggio più bello che sto facendo giorno per giorno, è quello nelle persone.


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