“L’ansia è un sottile rivolo di paura che si insinua nella mente. Se incoraggiata, scava un canale nel quale tutti gli altri pensieri vengono attirati
(Robert Bloch)
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), stima che nel primo anno della pandemia di Covid-19 la prevalenza globale di ansia e depressione è aumentata del 25%. I fattori che hanno contribuito a tale aumento sono stati l’isolamento con tutte le conseguenze che ne derivano: l’insicurezza lavorativa, la solitudine, la paura di infezione e della morte propria o dei propri cari.
Ma di cosa parliamo precisamente quando parliamo di ansia?
Esistono diversi luoghi che a volte usiamo impropriamente per il termine ansia. Facendo così, ci perdiamo la distinzione tra emozioni, ansia fisiologica e ansia patologica.
La paura è un’emozione primaria come la rabbia, la gioia e la tristezza. Per emozione primaria intendiamo che è innata e non controllabile. Come tutte le emozioni primarie è un elemento di base per la nostra sopravvivenza, che ha lo scopo di preservare la sopravvivenza individuale. Immaginiamoci senza l’emozione della paura. Senza paura non percepiremmo come pericolo le minacce come ad esempio un animale feroce che prova ad attaccarci. Magari gli andremmo incontro senza precauzioni al posto che scappare o reagire adeguatamene. La paura si attiva, quindi, di fronte alla percezione di un pericolo immediato e scatena un’elevata attivazione necessaria ad attuare comportamenti di attacco e fuga.
Il termine ansia deriva dal latino angĕre, che significa stringere.
L’ansia, invece, è l’anticipazione di una minaccia futura, quindi di qualcosa che la persona non percepisce come immediato. Ad esempio penso che tra due mesi avrò un esame all’università o dovrò incontrare una persona per me importante ed inizio a prepararmi.
A livello fisiologico la preparazione del corpo è correlata ad alcuni sintomi fisici come ad esempio ad a uno stato di attivazione fisiologica che interessa soprattutto la tensione muscolare, elevata vigilanza che aiuta l’individuo a prepararsi al pericolo futuro. Tra i vari sintomi abbiamo anche:
- tremore
- sudore
- palpitazione
- aumento della frequenza cardiaca
- nausea
- formicolii alle estremità ed intorno alla bocca
- derealizzazione e depersonalizzazionevertigini
Tutti questi sintomi si manifestano allo scopo di preparare il nostro corpo ad una prestazione o reazione. Quindi ad esempio quando dovrò affrontare quel fatidico esame sarò concentrato al massimo, perché tutta l’adrenalina si sarà incanalata in quella specifica prova.
L’ansia patologica
Ma cosa succede quando provo tutta questa attivazione di sintomi fisici e mentali per la maggior parte del tempo senza un apparente motivo?
Mi trovo di fronte all’ansia patologica. Nello specifico è caratterizzata dal manifestarsi frequentemente; si manifesta in maniera eccessiva e sproporzionata rispetto a quanto la situazione reale richiederebbe, si presenta in momenti non appropriati, con un'intensità tale da non consentire alla persona di svolgere le normali attività e perdura nel tempo.
Il meccanismo di difesa dell’evitamento
Ciò che ci dovrebbe far capire che è necessario intervenire e curare tale ansia, è il meccanismo di difesa dell’evitamento. Si tende quindi ad evitare volontariamente i luoghi, le situazioni o le persone che c’erano quando si è manifestata l’ansia per la prima volta in modo intenso e senza controllo.
Ma evitare non è mai una cosa buona!
Evitando luoghi o situazioni renderemo l’ansia ancora più forte e spaventosa. Come in tutti percorsi di guarigione è utile affrontare le situazioni piuttosto che aggirarle.
Perché sperimentiamo l’ansia patologica?
Esistono diversi motivi che variano da persona a persona! È possibile però trovare due motivi più frequenti:
- Dobbiamo fare dei cambiamenti nella nostra vita e anche se il nostro corpo ce lo dice, non lo vogliamo vedere e ascoltare.
- Il disturbo d’ansia o di panico è il disturbo che per eccellenza fa richiedere cure ed assistenza alle proprie figure di riferimento. Una moglie può richiedere aiuto al marito, un figlio ad una mamma o fidanzata e via dicendo. Per capirlo è importante infatti lavorare sulle strategie di recupero. Chiederci che cosa facciamo quando proviamo quest’ansia incontrollabile? A chi chiediamo aiuto? Perché non riusciamo ad aiutarci da soli? Perché non riusciamo a richiedere cure in altri modi?
Possiamo quindi affermare che seppur dolorosa e difficile da affrontare, se esplorata e capita l’ansia ci mette davanti a dei cambiamenti che possono essere per noi positivi e migliorativi. Ci obbliga a conoscerci e ad affrontare quello che era rimasto irrisolto o che non abbiamo visto. Basta solo volerla affrontare con l’aiuto di esperti nel settore.
Per capire come curare l’ansia invito il lettore a seguire i prossimi articoli e/o a partecipare alla serata di martedì 18 aprile ore 20.30 presso Sala Raiffesisen- Comune di Santa Cristina